Un dì sereno
ad un giovane condottiero insieme alla sua spalla
venne in mente una palla.
E’ una palla, è una sfera,
nessuno capì cos’era!
Dopo tanto lavoro
tutto iniziò ad avere un tono,
così, la brava gente iniziò ad apprezzare
e decise che da quel momento avrebbe voluto aiutare.
Non poche ostilità hanno dovuto affrontare
ma con delle firme hanno saputo fronteggiare
e così, il nemico sconfitto a casa dovette tornare
e di gioia iniziarono ad urlare.
Urlarono non poco,
ma non sempre di gioia
a causa del duro lavoro.
Gli insulti dall’alto a poco son serviti
perché i lavori erano quasi finiti.
Ma il comune dell’orecchio mancato, disgraziato,
ben poco ha stanziato,
ma rabbia e sgomento non hanno preso il sopravvento:
ed ecco la comparsa dei cavalieri
che a causa dei quaranta gradi non si reggevano in piedi.
Stucco e piastrelle colorate
non andavano lavate
bensì attaccate e levigate,
giusto per avere le menti sempre allenate!
Le perplessità del condottiero
a volte disorientava
ma la pazienza della spalla a tutti dava una calmata.
“Tra una settimana finiamo” , disse il saggio,
e il sudore affrontarono con coraggio.
Disse dopo: “Non tra una settimana finisce il gioco”
e nessuno si sentì di fare corone d’alloro.
Il gioco è ormai divertente
ma ancora non c’è qualcuno che ci scommette un dente
per l’impresa impertinente.
Eccitati furono infine,
perché venne il capo edile!
“ La svolta è segnata” , disse la gente consolata.
Ma una sorpresa ci attendeva:
un articolo uscito una sera,
così diceva: “piazzetta inaugurata, ora vado a fare una passeggiata!”
e la gente risposte disgustata.
“ E noi continuiamo”, disse uno,
e non si sentì lamento alcuno.
Continuarono con il caldo estenuante
Senza mai perdere ciò che è importante:
se un impegno viene accettato
sempre a termine deve essere portato,
e il condottiero, la sua spalla e la gente dell’Idria non l’hanno dimenticato.
Michela Luperto (giovane abitante della piazza e costruttrice dell’immaginario)